Un sacchetto di biglie by Joseph Joffo

Un sacchetto di biglie by Joseph Joffo

autore:Joseph Joffo [Joffo, Joseph]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Letteratura Francese
editore: Rizzoli
pubblicato: 2010-09-01T15:58:35+00:00


Il cortile è grigio e brilla sotto la pioggia. Fa già freddo e il maestro accende la stufa dell'aula ogni mattina.

Ogni tanto, mentre fatico su un problema di geometria o mi affanno a disegnare una carta dei fiumi (la Garonna e il Rodano vanno sempre bene ma, sui miei quaderni, la Senna e la Loira tendono ad avvicinarsi) si alza, soffia nella brace e un'ondata di calore più denso ci avvolge. Il tubo attraversa la classe in tutta la lunghezza ed è trattenuto al soffitto con dei fili di ferro, un soffitto costellato di pallottole di carta assorbente lungamente masticata, ben imbevuta di saliva e che si secca lassù in pallottole dure e appiattite che si staccano dopo un giorno o due con nostra grande gioia.

In un gran rumore di scarpe e cigolio di banchi, ci alziamo. È entrato il direttore. Un gesto e torniamo a sederci. È un uomo magro che porta i pantaloni tirati su fino allo sterno. Viene una volta alla settimana a farcì lezione di canto. Dietro di lui due allievi delle classi più alte portano un harmonium e lo sistemano sulla cattedra. È un apparecchio come un piccolo pianoforte con una leva sul fianco, bisogna premerla e ne esce un suono lamentoso, particolarmente sgradevole.

Il direttore ci guarda.

"Vedremo se avete fatto progressi. Camerini, alla lavagna: fammi un pentagramma e una bella chiave di sol."

La lezione incomincia. Non sono per niente dotato e confondo le note: quelle basse le so riconoscere ma appena si va sopra la linea del la, incomincio a perdere la trebisonda.

"Adesso ripeteremo il nostro canto. Spero che lo canterete con slancio. Per farvelo tornare in mente, chiedo a François di cantarvelo da solo una prima volta."

François è senza discussione il più turbolento della classe, è sporco di inchiostro fino ai polsi, i suoi occhi sembrano sempre infischiarsi del mondo ed esce raramente di scuola con gli altri perché è quasi sempre trattenuto in castigo e se gli capitasse i varcare la porta alle quattro e mezza ne sarebbe certo molto sorpreso.

Tuttavia, François è il preferito del direttore perché François ha una voce meravigliosa. Quel re dei casinisti, quel tiratore di elastici, quel primatista di righe supplementari possedeva la più bella voce di soprano che abbia mai sentito; quando cantava in cortile dimenticavo la mia partita di pallone. Del resto usava bene il suo talento e cantava in cambio di penne, liquerizia e altri doni.

"Forza, François, ti ascoltiamo."

Nel silenzio totale la voce pura di François intona la Marsigliese.

Lo ascoltiamo con ammirazione, vorremmo che durasse per sempre ma la sua voce si è spenta.

Il direttore alza le mani, come un direttore d'orchestra.

"Allora attenzione, adesso tutti insieme."

Cantiamo di slancio, sappiamo che non è una semplice lezione di canto, che attraverso le parole si tenta di comunicarci qualcosa.

Quando glielo raccontavo papà si sorprendeva e ammirava il fatto che ci facessero cantare cose simili, un genitore avrebbe potuto lamentarsene con le autorità, il direttore poteva avere delle noie… Ignoravo allora che non erano le noie che potevano intimorirlo: quell'uomo magro con i pantaloni troppo alti era uno dei capi della Resistenza nelle Alpi Marittime.



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